venerdì 21 giugno 2013

malsani pensieri causati dagli esami estivi.

Durante la sessione di esami estiva è difficile potersi dedicare alle proprie passioni o poter dare in ostaggio le proprie orecchie ad una amica che ne ha bisogno, ma anche solo a se stessi. 
Non c’è mai abbastanza tempo, per far quadrare tutto. 
Non c’è tempo per andare in giro e farmi ispirare dalle persone, dal corso fluente delle cose, dagli animali, dal quell'albero che ha le foglie di un verde intenso e che fa filtrare la luce in un modo che solo lui sa fare, dall'odore dei tigli e dei gelsomini, da un buon piatto ricco di sapori nuovi ( la mia anima da buon gustaia è sempre presente). 
Insomma, pare che fino alla fine degli esami sarò un piccolo robot chiuso in casa a studiare. 
Zero ispirazione ho pensato inizialmente.  
Ma come posso non essere ispirata da ciò che studio? Impossibile! Quest’estate, schierati  al mio fianco ho quelli che vengono considerati i più grandi della letteratura. Come direbbe il mio professore una squadra di calcio imbattibile; schierati nel loro schema invincibile, sono sempre pronti per fare gol nella rete della poesia: Cino, Guido, di nuovo Guido, Cecco e tanti altri, ma lui, il nostro bomber, la nostra punta di diamante che non sbaglia mai ai rigori, Dante.
Non voglio elogiare ulteriormente questi, a volte grandi, a volte lungimiranti, a volte geniali poeti.
No.  Voglio elogiare le tenzoni. Cosa c’è di più miracoloso di discutere con la poesia? È semplicemente fantastico. Niente cose scurrili, di cui ti puoi pentire, nessuno che grida, niente cose dette lì tanto per dargli fiato. No. Complicatamente poesie, sonetti in rima, con schemi metrici ben definiti, che portano la voce del poeta. Che portano il PENSIERO del poeta ad un destinatario, e anche lui gli risponderà a suon di endecasillabi. Tramite la poesia, esprimevano davvero qualsiasi cosa, dai forti sentimenti per le donne, alle ingiustizie del secolo. Scambi reciproci di lamentele e consigli.
Mi chiedo, cosa accadrebbe se questa abitudine fosse rimasta viva nel tempo?
 Cosa succederebbe, oggi, se ci scambiassimo le opinioni divergenti e non, attraverso le rime? 
Alcuni s’impegnerebbero a portare avanti questa tradizione nel modo più genuino possibile, poiché conoscono le origini del poetare, e si farebbero carico di un impegno importante:  portare alto il nome della poesia italiana, con le sue tradizioni e con le sue novità. Tuttavia, i miei occhi cinici, e anche un po’ veggenti, vedrebbero un futuro oscuro per le risposte in rima. Finirebbe tutto per andare di moda, anche tra i più cretini, si vedrebbero pubblicità in tv dove un gatto ti dice di inviare un sms a un numero spilla soldi per ricevere la tua tenzone di risposta.

 Insomma farebbe cagare. Quindi tutto sommato, meglio rimanere così, ognuno con il suo tempo da vivere, senza rovinare le cose belle. Ognuno con le sue croci e le sue delizie del tempo. Loro poetavano ogni dì, ma avevano la peste in circolazione (avevano disgrazie anche loro, insomma avevano il loro “Amici di Maria”). 
Noi invece, abbiamo tante possibilità, e la nostra più grande disgrazia è di non saperne usufruire al meglio.

lil.J*


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