L'altra settimana sono andata per la prima volta allo
stadio, e devo ammettere che ogni gradino salito era come una nuova tappa di
emozioni.
L’atmosfera è viva e frizzante.
Inoltre ho scoperto che lo stadio
porta con sé tutta una serie di fattori di cui non ero a conoscenza come i gruppi di amici che si ritrovano esclusivamente per la partita, tutti seduti sempre agli stessi posti ( perché la scaramanzia è parte integrante dello stadio) e
che ti chiedono ripetutamente di scambiare i posti perché il “bigliettaio non j’a
dato er posto che j’aveva chiesto”; oppure una serie di parole, quelle che io
definirò le parole calde dello stadio, che sono sempre le stesse e che chiunque
anche i verginelli da stadio, possono usare quando e come vogliono, perché sono
parole dette così, anche un po’ a caso, ma che danno un tono vivace all'atmosfera
ed esprimono a volte il risentimento e la mestizia di certi avvenimenti, a volte
invece la felicità e la gioia di un azione calcistica.
Bene o male le frasi sono sempre le stesse e molto gettonate, ovviamente
per i più creativi stadio-calcio-dipendenti ci sono sfumature diverse delle
stesse frasi; sono pronta a scommettere che a Firenze ci diano giù di creatività, si sa che i toscani sono estremamente originali.
Cosa dire sull'evento stadio? La definirei un esperienza unica, anche
se devo ammettere che mi sono distratta moltissimo dalla partita perché era
quasi più interessante guardarmi intorno, osservare le persone ( quasi tutti
folli, compresa me) osservare la curva a pochi
metri da me, che pare fatta di un unico grande polmone mai stanco di cantare (
o sventolare quelle enormi bandiere che poretto quello a cui gli tocca) e le luci
forti, accecanti, i fumi colorati…lo stadio è magico folklore.
Dovrebbero fare un studio antropologico sugli stadio-frequentatori-romani
che sono unici nel loro genere, la crème de la crème della romanità più forte, spesso
romanisti sfegatati che non c’hanno un cecio, ma i soldi da parte per vedersi la
partita ce li hanno sempre, è questo che rende lo stadio un vero e proprio
culto.
La religione calcio esiste, eccome se esiste e non è poi tanto
differente dalle altre religioni.
Basti pensare all'idolo calcistico, di cui
ogni vero fedele ha un “santino”; l’eroe della squadra, diviene un vero e
proprio Dio sul manto erboso, acclamato e celebrato su ogni seggiola dello
stadio, su ogni poltrona e ogni divano.
I fedeli si riuniscono una ( o più
volte ) a settimana nel tempio sacro: lo stadio.
I credenti si
riuniscono in piccole cerchie, per vedere le partite in trasferta.
La fede
calcio è una grande unione, essa si dirama in tante più piccole religioni, una
per ogni squadra.
Purtroppo però porta con sè anche molta discriminazione.
Purtroppo però porta con sè anche molta discriminazione.
Che religione sarebbe se non ci fosse discriminazione?
La religione calcio è estremamente interessante perché
non ha niente di più ne di meno di una qualsiasi religione; la palla che va in
rete è il simbolo di un appagamento e di una felicità temporanea che da credito
alla religione stessa attraverso il compiacimento del fedele; la palla è il
crocifisso del calciofilo.
http://www.youtube.com/watch?v=pTpDGepW1CE&feature=youtu.be