sabato 2 febbraio 2013

la depressione dell'oggetto. angioplastica artistica.

In questa schifezza di mondo dove la maggior parte di noi è capace solo di sprecare e buttare inutilmente di tutto, dal cibo agli oggetti sino ad i sentimenti, sono felice di sapere che non siamo poi tutti così immobili di fronte a questa società basata sul consumo apparente.
Perché consumo apparente?
Consumare significa usare fino ad esaurimento qualcosa, portarla ad essere logora con il tempo.
Tutto ciò che invece si fa non è altro che acquistare, comprare ed usare velocemente per poi buttare e sprecare tutta la porzione inutilizzata.
Creature voraci di superficialità, siamo animali che si accontentano solo della patina superiore delle cose.
Se l'oggetto avesse una propria personalità non sarebbe soddisfatto di se stesso, entrerebbe in depressione a causa nostra, che non gli rendiamo giustizia, e non lo usiamo nel giusto modo e nel giusto tempo; l'oggetto che acquistiamo in negozio è il frutto del lavoro di un immensa catena di montaggio. Quell'oggetto è un viaggiatore spossato che con la sua ventiquattrore viaggia per mari con le navi e per strade con i tir, ammassato con altri oggetti, schiacciato dalla nostra sete di consumo, ed eccolo lì arrivato al negozio s'imbelletta tutto perché non vede l 'ora di essere acquistato da qualcuno che saprà come usarlo, che saprà tenerlo fino alla vecchiaia nella propria casa, forse sarà il suo ultimo viaggio quello nella busta della spesa; questa speranza è forse la forza che lo rende felice, ma ben presto, e se ne accorgerà a proprie spese, verrà nascosto in un ripostiglio senza che mai nessuno lo utilizzi, o peggio verrà usato per quel poco che basta per essere rimpiazzato da un oggetto con caratteristiche simili, ma più all'avanguardia, più alla moda o tecnologicamente più innovativo. Una totalità che va a nostro vantaggio, ma quell'oggetto?  è inutile, per questo si deprime, non c'è peggior cosa che essere inutile, persino per la plastica.
La depressione dell'oggetto è causata, dalla malattia che ha investito tutti gli individui che vivono a ritmo della società capitalistica, ma anche dalla mancanza di creatività, dall'otturazione dell'arteria della fantasia,che se  non ci fossimo ingozzati di grassi fumi consumistici quest'ultima ossigenerebbe le nostre giornate con splendide idee.

Non penso che gli oggetti abbiano un anima, ma se così fosse il Riciclo sarebbe la reincarnazione dopo la morte.
Ossigeniamo le idee, facciamole circolare nel nostro corpo, e inventiamo con qualcosa di già esistente ciò che ci manca, senza dover andare al negozio a cercarlo, anche perché quello che faremo noi è sicuramente ciò che davvero desidereremmo, non ci accontenteremmo del primo oggetto messo in esposizione sotto una luce che gli conferisce un altro colore.
Dipingiamo le nostre giornate con il colore che più gli si s'addice.


tutto questo per  congratularmi con coloro che ogni giorno si occupano di far reincarnare gli oggetti, che si prodigano per riciclare e per far sfociare il riciclo come un contagio positivo!

J.