martedì 20 agosto 2013

O’ scià che tradotto dal dialetto lampedusano all'italiano significa: Amore mio.




Lampedusa ha trasformato in realtà tutte le mie aspettative. 
Come un giovane Cavaliere innamorato, ha conquistato una parte del mio cuore con il suo essere brulla, con la sua acqua limpida e azzurra, con i suoi abitanti cordiali e tanto altro.

Consiglio numero uno per i deboli di cuore in aereo: non guardate fuori dal finestrino quando l’aereo atterra, perché pare che il capitano stia facendo un atterraggio di emergenza su uno scoglio. Ma tranquilli è tutto normale, toccherete terra dopo poco, e vi lascerete tutto alle spalle non appena uscirete dalle porte automatiche dell’aeroporto. Proprio da qui comincia la mia avventura lampedusana, con il chiudersi di quelle porte e con il caldo africano che mi si è stretto al corpo nel giro di pochi secondi. Come ogni vacanza degna di chiamarsi tale, mi hanno accompagnato nel viaggio alcuni libri, anzi più che libri, mi ha accompagnato uno scrittore in particolare. Calvino ormai è presente ad ogni mio movimento. 



Taccuino di viaggio ispirato.

L’Isola e i confini.                                    


Il viaggiatore che arriva a Lampedusa, non può fare a meno di stancare gli occhi. 
Egli si sforza di cercare il verde; si gira alla ricerca anche di uno solo albero. 
Fino a quando i suoi occhi, talmente pieni di terra arida e brulla, non troveranno almeno un cespuglio, non smetteranno di osservare il paesaggio. 
Arrivato alla cittadella, scacchiera di palazzine basse color sabbia, ocra e rosa pallido, i suoi occhi bruceranno ancora, stanchi di mirare un paesaggio monocromatico. 



I bulbi infiammati, si riprenderanno al tramonto, quando la stella, ormai stanca, si poserà sul precipizio del mare, e dipingerà la luce di arancio e viola tenue. Una luce  nuova, che non stanca gli occhi, ma li nutre di nuove ombre.

A curar definitivamente la vista, vi è il mare:
Perimetro azzurro dell’isola, che si propaga in un area blu scura, e termina bruscamente in una linea sottile,confine tra acqua ed aria.












L’isola e le sfumature.

Il viaggiatore stanco, con solo il sonno in mente, troverà piacere sdraiato su una roccia coperta da un telo. Potrà sognare scortato dalle sfumature marine. Potrà dormire accompagnato dal vento salmastro. 

Il respiro del viaggiatore esausto andrà calando. 
Le sue palpebre si chiuderanno . 
Chiudendo gli occhi, continuerà a camminare, sino ad arrivare dinnanzi le porte del regno di Morfeo. 
In sogno egli vedrà cose fantastiche. 
Acque opalescenti mosse dalla brezza marina. 
Grotte illuminate da pochi raggi di sole.  
Rocce erose da vento e mare, tanto appuntite al tatto quanto dolci alla vista. 
Statue di Madonne sommerse nelle profondità marine. 
In sogno egli vedrà le sfumature del mare e della roccia, poi quelle che roccia e mare producono assieme. Come se i suoi occhi non potessero più vedere altri colori se non il nero e il grigio che sbiadiscono nell'azzurro, nel turchese ed infine nel blu. 



Quando il viaggiatore si sentirà appagato di tanti colori e non sentirà più stanchezza nel corpo, aprirà gli occhi e scoprirà, che Lampedusa ha un potere. Sta al viaggiatore intuire quale: se l’isola è capace di intromettersi nel sonno altrui, facendo in modo, di far sognare i propri paesaggi o se  ella ha il potere di trasformare i sogni in realtà.


Grazie Lampedusa.

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