mercoledì 31 luglio 2013

Il violino stonato.

Come si può descrivere quella sensazione che ti stringe lo stomaco prima di partire per un viaggio?
Si potrebbe fare un tentativo, o numerosi tentativi, per arrivare alla descrizione perfetta di quell'emozione.

Ore 21.43 di un mercoledì troppo caldo di luglio, l'ultimo giorno del mese. Domani inizia un nuovo ciclo. Domani sarò quasi in Africa. Quasi. Volerò verso il luogo più a sud del nostro Bel paese. Lampedusa mi attende, ed io mi aspetto moltissimo da lei. Mi aspetto di vedere il più bel tramonto mai visto. Mi aspetto di perdermi nel blu intenso del mare. Mi aspetto di mangiare pesce fresco e saporito. Mi aspetto di essere stupita dall'isola. Sono curiosa ed ansiosa. sono osa. Sono già pronta per la gita in barca di domani, ma sono anche già stanca per la giornatina impegnativa. Aspetto. Attendo che si faccia l'alba per andare verso l'aeroporto. Con l'aria fresca della madrugada vedrò il sole sorgere, e anche se esausta sarò piena di felicità e di voglia di lasciarmi trasportare dal tempo e dai luoghi. Scivolerò veloce sull'asfalto, con lo stomaco a mezz'aria, verso la mia meta.
Aspettare di partire, per una meta sconosciuta e desiderata è come la melodia di un violino scordato. Stridulo, fastidioso ma con un alto potenziale di trasformazione in uno strumento capace di melodie mai udite e meravigliose.
Stanotte lo stridio del violino rimbomberà nella mia testa.
Domani, alla stessa ora, un violinista di Lampedusa sarà riuscito ad accordare il suo strumento, e mi regalerà un armonia unica.

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