mercoledì 19 novembre 2014

Diario d'Incontri 29 Agosto 2014 Genova


Era brutto tempo e ci siamo giocati "la carta" acquario di Genova.

Quando arrivi a Genova, in macchina, la prima volta nella tua vita vedi solo cemento, lavori in corso e caos. Una persona nata e cresciuta a Roma ( dove ha anche imparato a guidare) non dovrebbe avere problemi a sostenere altre città dal traffico facile. Invece Genova un po' di "dove cazzo vado adesso??!!" è riuscita a darmelo, quel momento in cui  non sai minimamente cosa fare mentre dietro hai creato una fila rigorosamente incavolata che ti suona. Scatta il panico da asfalto che ti rintontisce peggio e il non sapere dove stai andando diventa un urlo continuo, ed è proprio in questo momento che di solito appare, quasi magicamente, un divieto...si esatto, tu, su quella strada proprio non ci dovevi andare, ecco questo è il momento in cui le bestemmie si accalcano sulle labbra. Finché sei talmente rintontito e preso dal panico che alla fine fai un bel respiro profondo e ti dici che va tutto bene e che una multa non è poi la fine del mondo e inizi ad andare ovunque, ormai hai superato la fase da panico da asfalto, hai raggiunto la fase zen puoi persino imboccare la strada pedonale ( in effetti l'abbiamo fatto).

Dopo il panico iniziale e dopo aver parcheggiato la macchina in uno dei tanti e soli parcheggi costosissimi ( andateci in treno) puoi finalmente dimenticare i divieti, i cartelli, i lavori in corso e il traffico; con i piedi è tutto più semplice, non c'è via che tu non possa prendere.
La Repubblica Marinara mantiene i fragranti aromi e la movida della città portuale, ricca di diversità e caotica.

Non so perché ma ho una specie di feticismo per palazzi, osservarli e fotografarli mi piace proprio, e qui ogni palazzo è unico e racconta una sua storia, facendo di Genova un coro visuale di diverse influenze architettoniche. Genova è diversa, il grigio predomina nel porto, ma a sprazzi s'inseriscono nello sguardo delle palazzine tutte stuccate e color pastello. Anche l'aria è grigia e pesante, ma viene spezzata dai profumi delle cucine etniche dei negozietti nascosti nelle vie di travertino. Genova è una bilancia indecisa, una di quelle antiche con due piatti, su di uno c'è una pietra grigia e pesante, sull'altro c'è un pigmento rosa antico e una manciata di curry: i due piatti fanno su e giù non riuscendo a trovare mai un equilibrio.


Anche stavolta, quando si ha tempo di dedicare un sorriso e una chiacchiera si è sempre ricompensati dalle persone che diventano gentili per l'attenzione data. Come l'orologiaio, con il suo banchetto sotto il nostro hotel che ci ha raccontato di una Genova diversa, una Genova più giovane,  una città-bilancia non impazzita ma sana ed equilibrata.


Mi addormento pensando a tutti quei pesci colorati, agli anemoni, alle foche e ai pinguini. Ma anche pensando alle gru, ai gabbiani e alle corde nautiche inzuppate del porto.






Anche oggi un'altra giornata è trascorsa, chissà domani dove arriverò....



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