lunedì 24 novembre 2014

Diari d'incontri. 30 Agosto 2014 San Remo


Accaldati arriviamo a San Remo, un pomeriggio volante nell'ultima città italiana prima di lasciarci alle spalle il nostro confine. Tra le strade di San Remo tira una brezza francese. Sulla carta d'identità sotto la dicitura "cittadinanza" troveremo italiana ma la realtà è un'altra, San Remo è una città francese a tutti gli effetti, persino per le strisce dei parcheggi. Curata in ogni minimo dettaglio, forse perché è una meta ricercata dai più facoltosi, forse perché ospita il nostro famoso festival, chissà, ma i fiori ci stanno e di tutti i colori. La passeggiata del belvedere pare un enorme terrazzo lussuoso, pavimenti colorati e geometrici, le palme alle spalle dei passeggiatori, panchine, coni ricchi di fiori e una balaustrina bianca con colonnine ondulate.    

Torna il mio feticismo per i palazzi; i palazzi di San Remo sono tutti molto sontuosi e dagli stucchi ben rifiniti. Le strade di ampio respiro e le decorazioni floreali non fanno che trasportarti con il pensiero in una qualche città della costa azzurra.
Belle le strade, belli i fiori, carina persino la statua di Mike con un libro con su scritto Allegria! ( no non è vero che è carina è forse da annoverare tra le più brutte esistenti al mondo).
Ma....il mare? vogliamo parlare degli stabilimenti che si sono mangiati la spiaggia? e che la spiaggia libera ( per chi come me ne è un amante) è inesistente e quel poco che c'è è ridotto ad un osso di cemento? San Remo ha cura solo dei turisti che usano la piscina del proprio resort. Insomma il mio unico incontro è stata la lotta per il pezzetto di cemento più comodo con una famiglia di peruviani e con un bagnino di uno stabilimento che più che bagnino era un cane da guardia.

Quindi il mio pomeriggio a San Remo lo voglio ricordare solo ed esclusivamente per il belvedere poetico, con la venere che passeggia  a mezz'aria sul mare.

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