L’ignoranza e la perdita delle
nostre radici ci porta a pensare che le carrube siano chissà quale cibo esotico
per cui vale la pena spendere così tanti soldi. Siamo tutti citrulli, indirizzati in canali, viaggiamo costantemente secondo corrente.
Abbiamo quest’immagine che sfiora quasi una legge
iconografica del contadino ignorante, vecchio ma arzillo. Vecchio ma con i
muscoli del lavoro, con le mani grandi, ricche di calli esperti e sporche di
terra; magari un po’ sdentato e che non sa leggere.
Quest’immagine di un contadino vecchio stampo,
che intreccia ceste su una sedia usurata, la sera, nel vialetto di casa, viene
via via scomparendo. Il contadino in bianco e nero con i solchi della vita in risalto rappresenta le nostre tradizioni. Tradizioni ancestrali di
una profonda cultura in via d'estinzione. Nei calli dell’analfabeta rimane la cultura profonda più
prossima ai nostri istinti naturali. In quei solchi, di quelle mani sporche
ci sono le nostre radici. E noi non facciamo altro che tentare di piantarle
secondo il nostro gusto e la nostra moda, avvelenandole con la pubblicità pesticida e
definitivamente perdendole nella carestia odierna.
Radici per sempre perse nella desertificazione della tradizione.
Radici per sempre perse nella desertificazione della tradizione.
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